
Margherita Sarfatti


EREDITà: Il futuro va ancora disegnato
Sono nata a Venezia nel 1880 da una famiglia ebraica benestante. La mia formazione fu eccezionale, appresi fluentemente quattro lingue e frequentai numerosi intellettuali, tra cui Gabriele D’Annunzio e Antonio Fogazzaro, che mi introdusse al cristianesimo. Successivamente, mi sposai diventando Sarfatti e mi trasferii a Milano, dove iniziai a scrivere per giornali socialisti, dedicandomi alla difesa dei diritti delle lavoratrici.
Il mio cuore si legò a un leader del PSI, Benito Mussolini, con il quale condivisi la creazione della rivista Utopia e il Popolo d’Italia. La passione per l’arte, la cultura e la politica ha sempre animato la mia vita. All’inizio del secolo, mi distinsi come la prima critica d’arte donna in Europa, perseguendo l’idea di una società in cui l’arte regnasse sovrana.
Con me nacque il concetto del “femminile futurista”, un’idea che ha segnato un nuovo approccio all’arte e alla società stessa. La mia vita è stata un intreccio di impegno politico, culturale e artistico che ha contribuito a plasmare il mio tempo e a promuovere nuove prospettive per le donne e per la società nel suo complesso.