
Chiara Modica Donà Dalle Rose


EREDITà: l'arte è la vera ricchezza
Sono un avvocatessa, una nobildonna di cultura, curatrice internazionale e Presidentessa della Fondazione Donà Dalle Rose.
Appassionata d’arte e collezionista, se mi chiedete quale sia stato il mio primo incontro con l’arte è difficile ricordarlo considerato che praticamente ci sono stata immersa sin dalla più tenera età.
Ma per rispondere, credo sia più opportuno distinguere il contatto “consapevole” da quello “inconsapevole”.
Ho vissuto in mezzo all’arte, tra reperti archeologici e quadri del rinascimento, tra sculture classiche, del medioevo e contemporanee; da piccola direi che l’unico contatto che mi era permesso era quello visivo unito al divieto di non toccare, anche se qualche volta mi capitava di giocare con le bambole utilizzando modellini e maquette in legno del ‘600. Ero solita chiamare ogni quadro per nome come se avesse un’anima, oltre la tela.
Ma quel che è peggio è che, quando i miei capelli erano raccolti in due grandi trecce laterali, amavo gironzolare con i pattini a rotelle a tutta velocità in mezzo alle opere d’arte.
Il mio rapporto con l’arte ha qualcosa di magico, è come la bacchetta di una fata che apre la porta alla fantasia e che nella mente si ricongiunge in un’unica dimensione alla vita concreta.
Negli anni successivi, quelli dello studio matto e disperato, ho sempre adorato accompagnare i miei genitori nei musei e nelle gallerie, interessandomi senza distinzione tanto all’arte antica che a quella moderna sino a quella contemporanea. Il mio gusto con il tempo si è affinato ed ha trovato la sua strada, senza mai dimenticare gli archetipi dei grandi del passato. Il mio contatto poi si è fatto via via più pratico, non a caso, negli studi post-universitari di giurisprudenza e d’arte, si è andato via via specializzando proprio sulla tutela dell’arte e dei diritti ad essa connessi.
Ma uno spazio particolarmente importante per la comprensione dell’arte contemporanea, nella sua valenza più pubblica di condivisione e fruizione dello spazio artistico la devo a mio suocero ed a mio marito che mi hanno fatto scoprire l’essenza dell’arte povera e dei suoi protagonisti.
L’idea di residenza d’artista nasce dal connubio tra mio marito e me, dalle nostre originarie famiglie di mecenati e collezionisti. E proprio su questa idea è nata, nel 1996, quando ci fidanzammo, la decisione di non farci mai regali preziosi ma di regalarci solo opere d’arte, perfino delle musiche commissionate ed ispirate a noi.
Non sono stata una donna viziata, ricoperta di gioielli, direi proprio di no e ne vado particolarmente fiera.
Il vero tesoro della vita è l’arte.